Non solo due grandi attori della scena internazionale. Ma un tema - quello dello scontro generazionale nel periodo post-sessantottino dei cosiddetti anni di piombo - terribilmente impegnativo: l'amore - odio (spirituale, ma insomma non si può mai dire) di un anziano professore comunista per la compagna spregiudicata e fragile del figlio, il tutto sotto lo sguardo inquisitore di Papere, la nipotina affidata alla custodia del nonno. Con negli orecchi l'eco di uno scontro più universale che giunge dall'esterno: quello di un momento cardine fra le certezze infrante e la necessità di costruirne delle nuove che non siano esclusivamente basate sull'idea della trasgressione.

È proprio lo sguardo della piccola (peraltro assai ben diretta) che avrebbe dovuto organizzare quello della cineasta confrontata con un materiale così impegnativo: ed infatti, sono proprio le sequenze girate in questo senso a risultare le più logiche ed ispirate. Quando ciò non avviene, l'ingombro delle preoccupazioni ideologiche sembra avere il sopravvento su quelle (più facilmente governabili) dei personaggi: che diventano manicheisti e dimostrativi, privi di quelle sfumature che servono a renderli non tanto credibili, ma vicini allo spettatore.

VERSO SERA conferma allora la sensibilità di una regista che spicca per il proprio impegno nel nuovo cinema del proprio paese; ma anche i rischi che questa sensibilità deve affrontare per non lasciarsi offuscare dall'entusiasmo delle buone intenzioni."